The Management relocation

Installazione centrale realizzata utilizzando il mobilio dell’ufficio della direzione del museo. La composizione,
a forma cubica, presenta al suo interno diversi oggetti simbolici e messaggi metaforici.
Il significato connotativo dei simboli è affidato all’interpretazione del visitatore e prospetta un rapporto ludico tra l’opera e i suoi fruitori, invitati, dove possibile, ad interagire con l’installazione, alterandone o spostandone alcune parti.

Muro di scatoloni alto quattro metri e costruito attraverso un’attività performativa da adulti e bambini di varia nazionalità. Realizzato in occasione dell’opening inaugurale del museo, ha creato tra i visitatori, costretti a passare tra i ”costruttori” del muro e gli enormi scatoloni vuoti, una caotica perplessità simile all’inquietante scoramento prodotto dalle ideologie sulle barriere e sui confini. Lo stesso muro è stato abbattuto dai performer il giorno seguente, suggerendo quanto sia più difficile costruire di quanto sia facile distruggere, i diversi muri del pregiudizio.

Scritto su un foglio si legge: ”Il direttore del museo è stanco, non ha intenzione di vedere nessuno”. Un uomo disteso a terra, sormontato da scatoloni e perfettamente immobile, rappresenta ironicamente la fatica costante di chi dirige un museo, occupandosi di risolvere ogni problema organizzativo, come la scelta dei prestiti, delle acquisizioni, degli allestimenti e della promozione. La performance ha altresì un chiaro riferimento agli svariati incidenti sul lavoro e alle morti bianche di cui spesso seppelliamo le cause e dimentichiamo i ricordi.