Può il sistema dell’arte permettere a un artista di traslocare una galleria? Si può ironizzare sul punto di riferimento maggiore per il funzionamento di quello che chiamiamo mercato dell’arte? Quali sono i motivi che spingono un artista ad allontanare dal loro contesto i galleristi? O si tratta di un incessante desiderio di approdare a rinnovati orizzonti e di permettere la rinascita di una nuova era dell’arte? Potrebbero essere molteplici le risposte alle innumerevoli possibili domande. Il tanto discusso, spesso criptico ma necessariamente “formale” sistema dell’arte si trova a scoprire le sue carte, a smarrire la sua impeccabilità e a ironizzare su se stesso e sulle figure che lo compongono.

Disordinare apparentemente la galleria, mostrandola al pubblico diversamente da come è abituato ad osservarla, diventa un caotico stratagemma che annuncia la catartica rinascita di poetiche sdrammatizzanti, sorridenti e proiettate verso il futuro.
Lo spettatore, oltre ad essere coinvolto e invitato ad aiutare l’artista a completare il trasloco attraverso un’allegorica attività performativa, durante il periodo di spostamento metaforico, noterà le difficoltà che i galleristi avranno con lo spazio che, fino a poco prima, era un perfetto e funzionale contenitore di opere, oltre che un luogo di vendita e mediazione con le variegate figure che compongono il consolidato sistema dell’arte che tutti conosciamo.

Installation view